Auschwitz non fu il male assoluto, ma molto peggio. Fu il punto d’arrivo di politiche d’odio, populiste, razziste e nazionaliste, che avevano attraversato tutta l’Europa e da cui si era generato il nazifascismo.
Non solo la Germania. Molte nazioni europee, tra cui l’Italia, furono complici e artefici delle politiche concentrazionarie che portarono nelle camere a gas e nei forni crematori ebrei, zingari, comunisti, socialisti, liberali, religiosi, omosessuali, bambini, bambine, uomini e donne libere.
Non si trattò di un pazzo al potere, ma di un sistema antiumanista e criminale, contingente e al tempo stesso, radicato nelle viscere profonde delle popolazioni europee, delle loro tradizioni popolari, della loro civiltà e cultura.
Dietro Auschwitz e dietro tutti i campi di sterminio nazifascisti c’era un sistema complesso, reso possibile dal complice coinvolgimento di istituti di ricerca, banche, grandi fabbriche e tacita connivenza della società civile.
Grandi aziende, ancora, oggi, produttive, furono complici dello sterminio: KRUPP, SIEMENS, IG FARBEN...
Con la liberazione di Auschwitz, avvenuta il 27 gennaio 1945, per mano dell’Armata Rossa sovietica, si pose finalmente fine alle politiche di sterminio nazifasciste.
Chiara, però, dev’essere, in tutti e tutte noi, la netta consapevolezza che rigurgiti d’odio, pregiudizi razzisti e antisemiti, attraversano le profondità più oscure delle nostre società.
Antichi linguaggi violenti, oggi, sono rielaborati sui social media traducendosi in vere e proprie campagne d’odio razzista, su cui costruiscono il proprio consenso elettorale leader politici populisti e xenofobi, anche nel nostro Paese.
L’impegno degli uomini giusti dev’essere, oggi come ieri, la Resistenza e la costruzione di una Memoria collettiva, non retorica e imbalsamata, ma viva ed efficace, che ci aiuti a capire che con impegno, sacrificio e passione civile, si può scrivere una storia diversa e il male si può fermare. Così avvenne, in quel 27 gennaio 1945.
IL SINDACO
prof.Corrado Nicola De Benedittis